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Educarci ad affrontare l'incertezza

Le pillole di Morin


Il XX secolo, secondo Morin, ha perso la visione del futuro: non c’è un’evoluzione lineare e il progresso è incerto. Oggi non vi sono solo innovazioni e creazioni, ma anche le distruzioni.
 Dobbiamo quindi imparare ad affrontare l’incertezza, abbandonando le certezze dottrinali, dogmatiche e intolleranti.

La conoscenza deve superare gli errori e le illusioni per giungere a una conoscenza pertinente.

Solo così ci sarà possibilità di progresso:
“L’abbandono del progresso garantito dalle ‘leggi della Storia’ non è la rinuncia al progresso, ma il riconoscimento del suo carattere incerto e fragile.
La ricerca al migliore dei mondi non è per nulla la rinuncia a un mondo migliore”.

Avete mai pensato ai NON LUOGHI







Nasciamo in clinica, muoriamo in ospedale, viviamo in un perenne transito. Si moltiplicano i luoghi che ci offrono solo una occupazione provvisoria: le catene alberghiere, i club di vacanza, i residence , le abitazioni per la terza età. Si estendono le reti di trasporto di persone o di informazioni e le modalità di scambio apersonale: le carte di credito , i distributori automatici, la vendita per corrispondenza.
Marc Augé, antropologo e studioso delle civiltà antiche, si chiede se la nostra società non stia distruggendo il concetto di luogo, così come si è configurato nelle società precedenti. Il luogo infatti ha tre caratteristiche: è identitario e cioè tale da contrassegnare l’ identità di chi ci abita; è relazionale nel senso che individua i rapporti reciproci tra i soggetti in funzione di una loro comune appartenenza; è storico perchè rammenta all’ individuo le proprie radici. 
leggi l'articolo di Luigi Prestinenza Puglisi



nonluoghi sono quegli spazi dell'anonimato ogni giorno più numerosi e frequentati da individui simili ma soli. Nonluoghi sono sia le infrastrutture per il trasporto veloce (autostrade, stazioni, aeroporti) sia i mezzi stessi di trasporto (automobili, treni, aerei). Sono nonluoghi i supermercati, le grandi catene alberghiere con le loro camere intercambiabili, ma anche i campi profughi dove sono parcheggiati a tempo indeterminato i rifugiati da guerre e miserie. 
Il nonluogo è il contrario di una dimora, di una residenza, di un luogo nel senso comune del termine. E al suo anonimato, paradossalmente, si accede solo fornendo una prova della propria identità: passaporto, carta di credito... Nel proporci una antropologia della surmodernità, Augé ci introduce anche a una etnologia della solitudine.