La prevenzione al fumo di tabacco in età adolescenziale comincia dalla famiglia. In particolare la comunicazione tra padri e figli riduce la probabilità che questi ultimi inizino a fumare sigarette.
Queste le importanti indicazioni di uno studio condotto da James White dell’Università di Cardiff (UK), presentato alla Conferenza Annuale dell’Associazione Psicologica inglese il 15 aprile 2010.
Lo studio ha avuto una durata triennale e ha coinvolto 3495 ragazzini, di età compresa tra 11 e 15 anni, che al momento di avvio dell’indagine non avevano mai fumato tabacco. Il campione selezionato, che è andato a formare il gruppo di monitoraggio di giovani inglesi, è stato intervistato riguardo alle abitudini d’uso di tabacco, alla frequenza delle comunicazioni familiari, agli argomenti affrontati e alla frequenza di pasti consumati in famiglia.
Al termine dello studio, le risposte fornite dagli adolescenti che hanno dichiarato di essere rimasti immuni al fascino delle “bionde” sono state confrontate con quelle dei partecipanti che hanno invece dichiarato di aver provato a fumare. I fattori di rischio come l’età, il genere, il reddito familiare sono stati presi in considerazione per l’analisi dei risultati dello studio.
I risultati hanno indicato che uno dei più importanti fattori protettivi per ridurre il rischio di sperimentare il fumo di tabacco nella preadolescenza è rappresentato dalla frequenza con cui padri e figli, sia maschi che femmine, parlano e si confrontano riguardo argomenti per loro importanti.